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sabato 19 ottobre 2019

La Scala dell'Autostima di Rosenberg


"L'autostima è il processo soggettivo e duraturo che porta il soggetto a valutare e apprezzare se stesso tramite l'autoapprovazione del proprio valore personale fondato su autopercezioni. La parola autostima deriva appunto dal termine "stima", ossia la valutazione e l'apprezzamento di sé stessi e degli altri."

Se ne deduce quindi che l’autostima è strettamente relazionata con il giudizio soggettivo che formuliamo su noi stessi. Un’autostima sana, dunque, genererà sempre un grande benessere, mentre a livelli molto bassi può puo’ farci dubitare di cio’ che è importante per noi, cio’che dona un senso alle nostre azioni e alle nostre scelte.



La scala dell’autostima di Rosenberg deve il suo nome al suo creatore, Morris Rosenberg, professore e dottore in sociologia che ha dedicato diversi anni della sua vita allo studio dell’autostima e dell’autoconcetto. Nel 1965 ha pubblicato il libro “La società e l'autostima dell'adolescente”, attraverso il quale ha presentato la sua scala di autostima.

La scala di Morris Rosenberg raccoglie 10 affermazioni che ruotano attorno a quanto si valorizza la persona, così come a quanto si ritiene soddisfatta di se stessa.
Le 5 prime affermazioni sono formulate in forma positiva, le restanti 5 in forma negativa.

Come si misura l'autostima con la scala di Rosenberg?

È semplice. Leggi le seguenti affermazioni e rispondi seguendo le istruzioni.
L’interpretazione del risultato è valido sia per i maschi che per le femmine.

1. Credo di essere una persona apprezzabile, almeno nella stessa misura degli altri.

(Scegli una delle seguenti risposte e somma i punti: pienamente d'accordo = 4; d'accordo = 3; in disaccordo = 2; profondamente in disaccordo = 1)

2. Sono convinto di avere buone qualità.

(Scegli una delle seguenti risposte e somma i punti: pienamente d'accordo = 4; d'accordo = 3; in disaccordo = 2; profondamente in disaccordo = 1)

3. Sono capace di fare bene le cose come la maggior parte delle persone.

(Scegli una delle seguenti risposte e somma i punti: pienamente d'accordo = 4; d'accordo = 3; in disaccordo = 2; profondamente in disaccordo = 1)

4. Ho un atteggiamento positivo verso me stesso.

(Scegli una delle seguenti risposte e somma i punti: pienamente d'accordo = 4; d'accordo = 3; in disaccordo = 2; profondamente in disaccordo = 1)

5. In generale, sono soddisfatto di me stesso.

(Scegli una delle seguenti risposte e somma i punti: pienamente d'accordo = 4; d'accordo = 3; in disaccordo = 2; profondamente in disaccordo = 1)

6. Sento di non avere molti motivi per essere orgoglioso.

(Scegli una delle seguenti risposte e somma i punti: pienamente d'accordo = 1; d'accordo = 2; in disaccordo = 3; profondamente in disaccordo = 4)

7. Solitamente, tendo a pensare che sono un fallito.

(Scegli una delle seguenti risposte e somma i punti: pienamente d'accordo = 1; d'accordo = 2; in disaccordo = 3; profondamente in disaccordo = 4)

8. Mi piacerebbe poter avere più rispetto per me stesso.

(Scegli una delle seguenti risposte e somma i punti: pienamente d'accordo = 1; d'accordo = 2; in disaccordo = 3; profondamente in disaccordo = 4)

9. A volte mi sento completamente inutile.

(Scegli una delle seguenti risposte e somma i punti: pienamente d'accordo = 1; d'accordo = 2; in disaccordo = 3; profondamente in disaccordo = 4)

10. A volte sento di non essere una buona persona.

(Scegli una delle seguenti risposte e somma i punti: pienamente d'accordo = 1; d'accordo = 2; in disaccordo = 3; profondamente in disaccordo = 4)

Somma tutti i punti e scopri cosa dice di te la scala di Rosenberg

La somma è inferiore a 15
Stiamo parlando di un'autostima molto bassa.

Il risultato è compreso fra 15 e 30
Il paziente ha un'autostima normale, anche se leggermente bassa.

Hai raggiunto i 30 punti
La tua autostima è equilibrata e salutare, propria di una persona soddisfatta con la sua vita ed emozionalmente stabile.

La somma finale è superiore a 30
Il paziente ha un'autostima molto alta.

40 è il punteggio più alto
Questo dato indica che la persona ha un'autostima molto alta, cosa che potrebbe anche essere sintomo di qualcos'altro: il soggetto non ha consapevolezza reale di se stesso, si sta sopravvalutando o non è capace di riconoscere i propri errori e i propri limiti.

I lavori su grande scala realizzati con questo strumento hanno permesso di scoprire che le persone più stabili emotivamente ed estroverse hanno una stima di sè più grande delle persone introverse che hanno una più debole stima di sè.

Dobbiamo prenderci cura della nostra autostima, perchè è un pilastro del nostro equilibrio, la base dalla quale parte la spinta per lanciarci in nuovi progetti, per farci uscire dalla zona di confort e farci sentire più a nostro agio nel nostro quotidiano.

In che modo la sofrologia puo’ essere utile all’incremento dell’autostima?

Durante un percorso sofrologico si arriva ad una maggiore conoscenza di sè, sviluppando una maggiore facilità a volgersi verso cio’ che è meglio per noi stessi, mettendo a distanza le difficoltà. Conoscersi meglio quindi è uno degli strumenti che favoriscono un innalzamento dell’autostima.

Attraverso gli esercizi proposti si arriva a risvegliare e rinforzare le proprie capacità, contribuendo cosi a sviluppare la fiducia in sè.
Si lavora molto sull’ascolto del proprio corpo per arrivare a gestire le emozioni spiacevoli. Si lasciano fluire le emozioni, imparando a gestirle, ritrovando cosi una relazione naturale con esse. Attraverso la Sofrologia si rinforza la capacità di resistenza alla frustrazione e alla disillusione che sono alla base di una mancanza di autostima.


E adesso, siete pronti per testare il livello della vostra autostima?





mercoledì 9 ottobre 2019

La Resilienza ovvero l'arte di ritrovare il proprio Potere!


“Ogni persona brilla con luce propria fra tutte le altre. Non ci sono due fuochi uguali, ci sono fuochi grandi, fuochi piccoli e fuochi di ogni colore. Ci sono persone di un fuoco sereno, che non sente neanche il vento, e persone di un fuoco pazzesco, che riempie l´ aria di scintille. Alcuni fuochi, fuochi sciocchi, né illuminano né bruciano, ma altri si infiammano con tanta forza che non si puó guardarli senza esserne colpiti, e chi si avvicina si accende”  (Eduardo Galeano)


Cos’è la Resilienza ?

In psicologia è la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà. E’ la possibilità che abbiamo di ADATTARCI in maniera positiva ad una condizione negativa e traumatica, affrontando con successo un evento traumatico e ritornando alla condizione precedente l’evento in questione. Uscire cosi da una situazione stressante rinforzati, se non addirittura TRASFORMATI.

Ma la resilienza NON deve essere confusa con la resistenza, ossia con la capacità di una persona di resistere, opporsi e non adattarsi, a particolari fattori di natura negativa che turbano la quotidianità..

Boris Cyrulnik è un neuropsichiatra francese impegnato sin dagli anni ’80 a trasmettere al grande pubblico le sue conoscenze attraverso opere accessibili a tutti. Nel 1999, spiega le sue teorie sulla Resilienza nel libro "Il dolore meraviglioso".
 In questo libro l'autore, dopo avere analizzato una serie di bambini sottoposti a traumi violentissimi, intende dimostrare come le sofferenze in tenera età non segnano per sempre il destino di una persona. Secondo Cyrulnik, infatti, proprio nell'età che la psicologia considera critica per la formazione della personalità - fino a sei anni - i bambini hanno una capacità di resistenza ai traumi che permette anche ai più maltrattati di trovare autonomamente le risorse psicologiche per reagire e quindi per strutturarsi una personalità sana. In questo libro l’autore sostiene che il dolore meraviglioso non esiste, pero’ egli osserva che esiste un dolore cui si accompagna una speranza e un senso, un dolore Maestro che insegna a crescere.
Boris nacque da una famiglia di immigrati ebrei dell’Europa orientale arrivati in Francia durante gli anni ’30. Entrambi i genitori morirono durante la deportazione. Lui invece riesce a salvarsi ed è accolto e cresciuto a Parigi da una zia materna. Dichiarerà più tardi che fu proprio quest’esperienza traumatica della sua infanzia che lo spinse a diventare psichiatra.
Nelle sue opere ci racconta perchè le più grandi opere artistiche sono state realizzate nella sofferenza e l’importanza fondamentale del ‘racconto’ nella nostra rappresentazione del mondo.

I fatti non cambiano. Ma la rappresentazione di quei fatti puo’ cambiare. Il senso che conferiamo alle cose, cioè la rappresentazione che ne facciamo, modifica il nostro sentire rispetto agli accadimenti stessi.


Da cosa dipende secondo Cyrulnik la nostra capacità di Resilienza?

Da una decina di anni sappiamo che la nostra capacità di resilienza dipende dalla qualità dell’essere accudito del neonato i primi mesi di vita, prima dell’apparizione della parola. Se un neonato è stato accudito amorevolmente i primi mesi della sua vita, beneficia di un’impronta neurologica. Quando arriverà un periodo negativo oppure un trauma, ne soffrirà, ma sarà facile da aiutare, perchè manterrà la SPERANZA. Sarà sufficiente una mano tesa, da parte di una persona amorevole, incrociata sul suo cammino, per poter costruire un percorso di Resilienza ! I bambini che sono stati trascurati nei loro bisogni i primi mesi di vita, faranno più fatica a costruire un processo di Resilienza.

Le caratteristiche del Processo di Resilienza sono sette:

• “insight” o introspezione: la capacitá di esaminare sé stesso, porsi le domande difficili e rispondersi con sinceritá
Indipendenza: la capacitá di mantenersi a una certa distanza, fisica e emozionale, dei problemi, ma senza isolarsi
Interazione: la capacitá per stabilire rapporti intimi e soddisfacenti con altre persone.
Iniziativa: la capacitá di affrontare i problemi, capirli e riuscire a controllarli.
Creativitá: la capacitá per creare ordine, bellezza e obbiettivi partendo dal caos e dal disordine.
Allegria: disposizione dello spirito all´ allegria, ci permette di allontanarci dal punto focale della tensione, relativizzare e positivizzare gli avvenimenti che ci colpiscono.
Morale: si riferisce a tutti i valori accettari da una societá in un´ epoca determinata e che ogni persona interiorizza nel corso della sua vita.

Come la Sofrologia puo’ essere utile per iniziare un percorso di Resilienza?

Noi tutti siamo portati a ricordare meglio le esperienze negative piuttosto che quelle positive, perchè la nostra evoluzione è avvenuta in un ambiente pieno di pericoli imminenti (animali feroci, luoghi pericolosi, veleni...). Ricordando meglio le esperienze dolorose, abbiamo sviluppato la tendenza ad aspettarcele nel futuro, anche quando è un'ipotesi remota.
Quindi se non vogliamo lasciarci dominare dalle esperienze negative del passato e se vogliamo ritrovare il sorriso ed un’immagine di sè positiva, dobbiamo cercare altre immagini, ricordi positivi che possono mettere in ombra i ricordi negativi. Sostituendo i ricordi negativi con quelli posivi noi possiamo creare un ‘racconto’ pieno di luce e felicità da condividere.

La Sofrologia risveglia alla Coscienza degli elementi positivi del passato e del futuro,  consentendo cosi di risvegliare in tutta la psiche una risonanza positiva. E’ il principio cardine della Sofrololgia: il PRINCIPIO dell’AZIONE POSITIVA.

Si tratta di ritrovare dentro di sè il riflesso di mettere sistematicamente in valore gli elementi positivi della vita di tutti i giorni. Durante il percorso sofrologico si rivivono mentalmente delle situazioni positive del passato e questo consente di donare una nuova luce ai sentimenti negativi che influenzano il presente. Allo stesso tempo, fa immaginare e rappresentare lo svolgimento ideale di situazioni future, togliendo loro la carica emotiva che crea angoscia e paralizza il presente.

La Sofrologia rafforza e fa emergere il positivo e quindi facilita il processo di Resilienza per recuperare il proprio Potere personale !




mercoledì 2 ottobre 2019

False credenze sull'ADHD


"Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, in inglese attention deficit hyperactivity disorder o ADHD, è un disturbo del neurosviluppo caratterizzato da problematiche nel mantenere l'attenzione, eccessiva attività e/o difficoltà nel controllare il proprio comportamento  che non appare adeguato all'età della persona." (Wikipedia)


Il termine 'deficit' d'attenzione porta ad una grande confusione. Innanzitutto lascia intendere che la persona è incapace di concentrarsi del tutto oppure ci riesce ma solo per un breve periodo.



Ma in effetti, non esiste un solo modo di concentrarsi. Le persone ADHD hanno un tipo di attenzione che funziona come un radar a scansione, mentre i ragazzi cosiddetti neurotipici hanno un'attenzione assimilabile ad un proiettore.
E mentre i primi hanno piena coscienza dell'ambiente che li circonda in modo totale (attenzione multifocalizzata), i neurotipici hanno un tipo di attenzione che si concentra su un solo punto alla volta.

Quindi è falso credere che una persona ADHD non percepisca i dettagli oppure non presti loro attenzione. 

E' proprio il contrario. 

E' proprio quando abbiamo la capacità di percepire tutti i dettagli di una situazione, che diventa più difficile rimanere concentrati su un solo soggetto in un momento preciso. 
Ed è vero quindi che queste persone sono ipersensibili e molto percettive, poichè  vedono il quadro generale di una situazione con l'insieme dei dettagli. Sono persone che percepiscono la globalità di cio' che li circonda in modo molto complesso. Sono sensibili ai rumori, alla luce, ai movimenti, vedono e sentono tutto, costantemente. Riescono quindi ad avere una visuale da diverse angolazioni: questo si dimostra essere una grande forza e allo stesso tempo anche una grande sfida.

Alla luce di quanto detto, non è dunque corretto parlare di 'deficit' d'attenzione perchè questa non è né assente, né inferiore, né deficitaria. Semplicemente esiste un cervello che funziona in modo diverso: una variante del trattamento delle informazioni.

Si è notato inoltre che nel momento in cui le persone ADHD hanno una concezione di sé più definita e degli interessi personali che li appassionano, allora la loro motivazione diventa incredibile e viene a galla le capacità di essere completamente concentrati, da cui possono emergere molte nuove idee creative. 

In effetti l'iperfocalizzazione è la faccia meno conosciuta di questa sindrome ed è una forza incredibile che è spesso banalizzata e/o ignorata!

La metodologia comportamentale utilizzata oggi inquadra la persona in modo rigoroso. Si pone in essere un sistema di ricompense per motivare il ragazzo o si impongono dei limiti, dei piani da rispettare, si cerca di strutturarlo il più possibile. Ma il vero problema è che l'ADHD non è una sindrome comportamentale, non c'è niente da correggere e non si dovrebbe neppure avere come obiettivo di portare la persona ad avere un'attenzione standard (normale!), ma piuttosto bisognerebbe comprendere come realmente funziona il loro cervello.

Purtroppo la difficoltà di questi ragazzi è il fatto che l'ambiente quotidiano, ma soprattutto l'ambiente scolastico sono poco adatti per la comprensione delle difficoltà legate a questa sindrome. Nella maggior parte dei casi perchè se ne ignorano le dinamiche. Mettiamoci poi che l'insegnamento, ma anche solo le classi sono pensate e concepite per la 'normalità': l'attenzione come un proiettore che ha un angolo solo. Quindi l'ipersensibilità e l'intelligenza percettiva porta i ragazzi ADHD ad essere più facilmente deconcentrati. Ed a soffrire per la costante sensazione di essere inadeguati rispetto agli altri.

Bisogna allora portare l'attenzione di tutti sul fatto che essere concentrati su un solo fatto alla volta non è l'unico modo di percepire il nostro mondo. 

In questo contesto, la Sofrologia puo' portare degli strumenti importanti ai ragazzi ADHD per arrivare a gestire l'attenzione in modo autonomo, senza essere costantemente dispersi. (esercizi per incrementare la concentrazione e la memoria)
Possono essere inoltre accompagnati per arrivare ad una corretta percezione di sé e del proprio potenziale (esercizi per incrementare la stima di sè). Ma soprattutto per accrescere l'autostima favorendo l'ascolto di sé stessi, e recuperare la motivazione e il desiderio di dare il meglio in ogni situazione.

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