Alla 72esima Assemblea mondiale della sanità, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha incluso il burn-out nella sua classificazione internazionale delle malattie.
Il burn-out,
termine tradotto spesso come ‘esaurimento professionale’, è entrato
nella Classificazione internazionale delle malattie dell’Organizzazione
mondiale della sanità (OMS), che serve come base per stabilire le tendenze e le
statistiche sanitarie. Questa decisione è stata adottata dagli Stati Membri
dell’OMS, riuniti dal 20 fino al 28 maggio, a Ginevra nel quadro dell’Assemblea
mondiale dell’organizzazione.
“E’ la prima
volta che il burn-out entra in questa classificazione”, ha annunciato lunedi ai
giornalisti il portaparola dell’OMS, Tarik Jasarevic. Altra prima volta: il
disturbo da video giochi – definito come una perdita di controllo sui giochi
che ha delle ripercussioni dannose – è stato aggiunto alla sezione sui disturbi
delle dipendenze.
La
classificazione delle malattie dell’OMS fornisce un linguaggio comune che
consente agli operatori sanitari di tutto il mondo di scambiare informazioni
sanitarie. Il burn-out, che fa il suo ingresso nella sezione dedicata ai
«problemi connessi» all’occupazione o alla disoccupazione, porta così ormai il
nome di codice QD85.
Senso di
spossatezza ed efficacia ridotta
Viene descritto
come «una sindrome (...) causata da uno stress cronico sul lavoro che non è
stato gestito con successo» ed è caratterizzata da tre elementi: «un senso di
stanchezza», «cinismo o sentimenti negativi legati al suo lavoro» e «scarsa
efficacia professionale». Il registro dell’OMS precisa che il burn-out «fa
specificamente riferimento a fenomeni relativi al contesto professionale e non
deve essere utilizzato per descrivere esperienze in altri settori della vita».
Finora, il
burn-out ha sofferto di una mancanza di riconoscimento che si è tradotta in una
diagnosi più tardiva. Poco prima della decisione dell’OMS, il 7 maggio scorso,
il ministro del Lavoro Muriel Pénicaud aveva affermato che non si trattava di
una «malattia professionale». Un anno prima, nel febbraio 2018, una proposta di
legge volta a riconoscere il burn-out come malattia professionale era stata respinta
dall’Assemblea nazionale in Francia. La Sindrome del Burnout è una sindrome
riconosciuta in Italia dal Ddl 81/2008 in materia di salute e sicurezza sul
lavoro, in particolare nell’art.28 viene richiamata la necessità di valutare
tutti i rischi per la salute e sicurezza dei lavoratori compresi quelli legati
allo stress-lavoro-correlato secondo i contenuti dell’accordo Europeo dell’8
ottobre 2004. Secondo l’Accordo Europeo “affrontare la questione dello
stress-lavoro-correlato può condurre ad una maggiore efficienza ed a un
miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori,con
conseguenti benefici economici e sociali per le imprese,lavoratori e la società
nel suo complesso.”
La nuova
classificazione, denominata CIP-11 pubblicata l’anno scorso, è stata adottata
ufficialmente nel corso della 72a Assemblea mondiale. Essa entrerà in vigore il
1º gennaio 2022. Essa comporta nuovi capitoli, di cui uno dedicato alla salute
sessuale. Comprende affezioni precedentemente classificate altrove, come
l'«incongruenza di genere», cioè il transessualismo, classificata fino ad
allora insieme ai disturbi mentali.
Fonte originale:
http://sante.lefigaro.fr/article/le-burn-out-est-desormais-reconnu-comme-une-maladie-par-l-oms/?fbclid=IwAR347IvLVlt6lAWFfq9eKzhHAOP8-3zBYYtmr9pDq808mpS5Lhy9CrF5XKA
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